Abbiamo
parlato fin qui di scuola e scolari tralasciando di annotare quanto
la nuova era digitale stia tracciando un solco sempre meno sanabile
fra chi è “in” e chi è “out”. Riprendo un passo di Prensky
(riferito alle tecniche di apprendimento online): ”Tra le
importanti abilità che hanno dimostrato di sviluppare ci sono la
collaborazione e il lavoro in team, l’adozione di decisioni
efficaci sotto stress, l’assunzione di rischi nel perseguimento
degli obiettivi, l’assunzione di decisioni etiche e morali,
l’impiego della deduzione scientifica, la veloce padronanza e
applicazione di nuove abilità e informazioni, il pensiero laterale e
strategico, la perseveranza nel risolvere i problemi difficoltosi, la
comprensione e la gestione di culture e ambienti estranei, e
l’amminsitrazione di aziende e persone”. Wow, praticamente dei
soldati pronti per le continue Guerre Commerciali che siamo costretti
a subire.
Il
gaming
è fantastico come modalità di apprendimento, specialmente per
discipline scientifiche, ma cosa c’entra con l’istruzione e
l’educazione? Il gioco non è una cosetta da niente, è la
metodologia che l’uomo applica ogni volta che (aridaje) c’è da
vincere!
Non posso che aborrire questa visione molto
americana della necessità di eccellere, di vincere, di sbaragliare
e di essere superiori. Può essere legittimo decidere di formare dei
cittadini più Vincenti
(ci hanno provato in tanti!), ma questo non ha nulla ha che vedere
col più umile, ma al contempo più critico, compito di creare
semplicemente Cittadini.
Bisogna
stare molto attenti a credere che un ragazzo che oggi ha 16 anni, fra
20 o 30 anni sarà un possibile buon attore della società
iperdigitale solo perché oggi spippola a velocità folle sul suo
palmare intrecciando rapporti con mezzo mondo anche solo per
risolvere un’equazione. Essere “super utenti” di social network
non equivale ad essere un genio del computer; spesso i miei alunni
ammettono, e ci sono fiori di studi a confermarlo, che per loro
“Internet è Facebook”, e che molto raramente si addentrano
davvero
nel
web con
spontanea curiosità in terreni non così
comodi e battuti come i social network di tendenza. Si parla qui di
ampiezza
d’uso
delle NT, di reale livello di expertise applicato attivamente alle
proprie curiosità, alle proprie passioni e ai propri compiti. Un
futuro di spippolatori iperconnessi non è esattamente una visione
rosea, e di nuovo pone l’attenzione sull’ampiezza e la profondità
che i ragazzi del futuro avranno imparato a gestire da piccoli a
scuola. Oggi.
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